Venuto al mondo: un libro che ti cambia

Credo che sulla copertina di alcuni libri dovrebbero comparire degli avvertimenti, della serie: 

“ATTENZIONE! QUESTO LIBRO NON E' ADATTO AI DEBOLI DI CUORE” oppure “PERICOLO DI CRISI DI PIANTO COMPULSIVO ED INCONTROLLATO”.


Riemergo dalla lettura di Venuto al Mondo di Margaret Mazzantini con il volto ricoperto di lacrime. Può un libro provocarti una reazione simile?

Ebbene si! Sarò anche “debole di cuore” ma un romanzo del genere non può di certo lasciarti indifferente. Riportare in poche parole un riassunto sbrigativo della trama sarebbe riduttivo. Quello che colpisce è come l’autrice riesca a trasmettere al lettore una varietà di sensazioni, stati d’animo e di emozioni unica. La scrittura violenta e diretta della Mazzantini, a volte immediata, a volte complessa trasporta il lettore attraverso gli occhi di Gemma, in una Sarajevodilaniata dalla guerra, a vivere con lei le vicende che hanno condotto alla nascita di suo figlio Pietro. La guerra è insieme protagonista e scenario di una narrazione in cui i temi delicati della maternità e della paternità giocano un ruolo fondamentale e nella quale non manca di certo la presenza dell’amore.

Leggendo mi ritrovo a Sarajevo a vivere i tormenti della protagonista, a respirare l’odore della nuca dell’uomo che ama, del suo Diego, dei bambini, di suo figlio, del figlio dell’uomo che ama, del figlio della guerra; sento il fracasso delle bombe che esplodono, la risata del suo amico Gojko, la puzza di bruciato, il suo senso di vuoto, la sua sterilità, la sua sensazione di inutilità, la sua frustrazione, la sua gioia, la sua speranza, la sua sofferenza.


È un libro che ti entra nella carne, nelle ossa. È un libro che ti commuove, che in qualche modo ti cambia.


Sabrina

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